Racconta la tua storia da precario

Racconta la tua esperienza di precariato, l'effetto che ha la condizione precaria sulla tua vita. Scrivi cosa accade ora che non c'è neanche un posto precario. Manda una e-mail all'indirizzo: precariscuolacatania@gmail.com

21 anni precaria

mi chiedete di raccontare la vita di una precaria . Non è cosa semplice , vengo assalita da una ansia che mi porta tachicardia. Sono precaria da 21 anni classe di concorso A 346, specializzata pero in lingua tedesca . Già lingua tedesca, la mia lingua, e oggi in pectore la mia patria . In germania ho vissuto gli anni piu belli della mia vita studiando presso l universita e lavorando come ricercatrice a Freiburg, poi come spesso accade ai nostri emmigranti decisi di tornare in Italia, mi mancava la mia terra , il mare, l' etna e soprattutto mi mancava la mia gente quella che incontravo la mattina in viale M. Rapisardi, carmelo che lavorarava al bar di Menza ,il sign. Salvatore che mi vendeva le olive piu buone del mondo.cosi rifeci le valigie, salutai gli amici tedeschi che mi avevano amata in quegli anni e ritornai a catania. Ero felice avevo maturato che il mio posto era nella mia terra natia che non potev e non dovevo fuggire , piuttosto trasmettere alla mia gente ai miei ragazzi attraverso le lingue che dovevamo lottare per cambiare le peggiori delle abitudini e quella mentalità, che ci avrebbe ghettizzato. Volevo trasmettere la mia cultura ai ragazzi e far capire loro che a breve saremmo stati europei. Se ci penso mi sbatterei la testa nel muro che stupida, la mia cultura era servita solo a rendermi schiava di un sistema politico e di un ingranaggio ferraginoso che mi ha portato a vivere nella precarieta e oggi nella insicurezza piu totale. Sono stata attraversata da anni di carognate, tutte legali e lecite: corsi di sostegno, legge 104, riserve, gente gia di ruolo che passa al superiore, graduatorie che sono a pettine e poi non lo sono piu,SSiss, punteggio di montagna, insomma io la ad aspettare. La parola precario è uguale a aspettare, prima cominci ad aspettare che suoni il telefono per le supplenze del preside e stai a casa inchiodato per giorni, poi arrivano gli incarichi annuali e parti chilometri lontano da casa , le estati le trascorri al mare ,ma guai ad allontanarti le date per le convocazioni vengono pubblicate sempre all ultimo momento e man mano scopri che è voluto ,allora cominci a difenderti da questo ingranaggio perverso e nel frattempo hai fatto famiglia e trascini anche loro in questo vortice che sembra non avere fine. Se vuoi rimanere nella tua posizione lo stato ti impone dei corsi a pagamento cosi puoi comprarti 3 punti in un anno, se non li fai ti scalcano. Ma non lo faccio, non l ho fatto non scendo a un compromesso cosi vile , non tolgo mille euro ai miei figli, perche gia ne porto a casa pochi visto che consumo una auto ogni anno scolastico e la banca a me non fa prestiti visto che ho un contratto a tempo. E se penso al 28 agosto , giorno delle convocazioni per la mia classe di concorso vomito.Eravamo li ad aspettare , tesi nervosi, sudati, stanchi e per l ennesima volta umiliati.Per anni ho studiato l olocausto e le ragioni che prodotto hanno una simile tragedia , qualora ce ne fossero, e mi sono sentita come gli ebrei in un campo di concentramento . Penserete ovviamente che sto esagerando ma non abbiamo deciso di parlare di cio che è accaduto in passato sperando che mai piu l uomo possa essere colpito nella sua dignità e ditemi qual'è la dignità di un uomo che ha lavorato , che è stato sfruttato ed illuso per 20 anni quando quel maledetto 28 agosto è tornata a casa senza lavoro ? Umiliato dal suo stesso stato, quello stato che oggi gli chiede il voto per un paese democratico dove la stampa, anche il giornale piu di provincia non è libero di esprimersi. Io sono tra le piu fortunate e per quest anno lavoro, ma non dormo la notte al pensiero che altri non sanno come portare il pane a casa, e cio che è peggio che i miei stessi colleghi , i quali hanno avuto l incarico accettino le 6 ore del preside togliendo anche questa piccola opportunità. E allora mi sento a disagio, fuori posto perche forse la parola solidarieta sul nostro vocabolario non esiste più.Ringrazio voi, del comitato precari, che tanto state facendo e sono sicura che chi ha battaglia ha vittoria. Laura bruno

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